Mappa degli investimenti nel 2025 per asset class

05 dicembre 2024
10 min read

Nel 2025 i mercati globali risentiranno di forze dirompenti. Cosa possono fare gli investitori in strategie obbligazionarie, azionarie e alternative?

Con l'arrivo del 2025 gli investitori si troveranno alle prese con una serie multidimensionale di sfide. In una fase di grande incertezza geopolitica come quella attuale, le traiettorie dell'inflazione, dei tassi di interesse e della crescita macroeconomica sono in bilico. Tuttavia, i momenti critici della storia economica e politica possono anche creare opportunità entusiasmanti per gli investitori attivi. 

I mercati globali stanno vivendo un periodo complesso. Tutti gli occhi sono puntati sull'amministrazione entrante di Donald Trump, eletto Presidente degli Stati Uniti, che probabilmente attuerà politiche trasformative in una serie di ambiti da cui potrebbero scaturire effetti micro e macro per diversi settori, imprese e Paesi. Il cambiamento richiede tempo e le promesse elettorali non sempre si traducono facilmente in politiche economiche. Tuttavia, gli investitori non possono aspettare che si faccia chiarezza per prepararsi. I nostri team hanno delineato i contorni delle grandi questioni che potrebbero dar vita a una nuova era per i portafogli di investimento obbligazionari, azionari e alternativi. 

Obbligazionario: calo dei rendimenti in vista

Dopo aver conseguito con successo una diminuzione dell'inflazione evitando al contempo un atterraggio duro, la maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati sta ora perseguendo politiche di allentamento.

Le economie europee, che faticano ancora a ritornare su un percorso di crescita sostenuta dopo la pandemia, sono le più vulnerabili a uno shock esterno che potrebbe spingere la regione in recessione. I problemi esistenti, sia strutturali che geopolitici, potrebbero essere esacerbati da nuove incertezze, come le elezioni anticipate in Germania e le politiche della nuova amministrazione statunitense. Riteniamo che questi problemi potrebbero condurre a tagli dei tassi più pronunciati di quanto attualmente atteso dai mercati, con un ulteriore calo dei rendimenti.

Per quel che riguarda gli Stati Uniti, riteniamo che le politiche del Presidente eletto Trump potrebbero sfociare in una crescita nominale e un'inflazione più elevate, nonché in un minor numero di tagli dei tassi rispetto a quanto ipotizzato in precedenza dalla Federal Reserve. A ben vedere, nelle settimane precedenti alle elezioni statunitensi, i rendimenti obbligazionari USA hanno registrato un'impennata. Finché non ci sarà chiarezza sui dazi, sulle tasse e sulle altre politiche dell'amministrazione entrante, nel breve periodo assisteremo probabilmente al persistere di congetture e volatilità dei tassi.

Piuttosto che una battuta d'arresto per gli investitori, tuttavia, consideriamo l'aumento della volatilità e l'inversione dei rendimenti come un'opportunità. I rendimenti sono attualmente vicini a un massimo ciclico e storicamente sono diminuiti con l'avvio delle misure di allentamento monetario. A nostro parere, quindi, è probabile che le obbligazioni registrino un aumento delle quotazioni sulla scia del calo dei rendimenti nei prossimi due o tre anni.

La domanda di obbligazioni potrebbe dimostrarsi eccezionalmente robusta, considerando la quantità di denaro detenuta in forma liquida in attesa di un punto di ingresso. Inoltre, da quando a settembre la Fed ha cominciato a ridurre i tassi, il rendimento della liquidità è diminuito, annullando di fatto il differenziale rispetto alle obbligazioni. A nostro parere, in questo contesto, gli investitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di aumentare la duration per assumere un'esposizione ai tassi.

In un panorama in evoluzione si modificano le curve dei rendimenti
 

Gli investitori possono anche trarre vantaggio dall'irripidimento delle curve dei rendimenti a livello globale attraverso un attento posizionamento. Sebbene le curve siano già diventate più ripide, crediamo che  questo processo sia destinato a proseguire con il continuo allentamento delle politiche monetarie, mentre i rendimenti a lungo termine rimangono elevati per via dei timori riguardo al livello del debito nazionale.

Ad esempio, negli Stati Uniti, prevediamo che la pendenza tra i rendimenti a 5 e 30 anni sia quella che registrerà l'aumento maggiore. Storicamente, quando la Fed ha effettuato un allentamento, questo tratto della curva si è notevolmente irripidito, in parte a causa delle condizioni recessive. Questa volta la pendenza è aumentata, ma è ancora al di sotto delle medie storiche (cfr. Grafico). Prevediamo che da qui in poi la curva si irripidirà ulteriormente, pur senza raggiungere i livelli del passato. In Europa, la pendenza tra i rendimenti a 2 e 10 anni potrebbe essere quella che aumenterà di più.

È probabile che la curva dei rendimenti si irripidisca ulteriormente
Differenza tra il rendimento dei Treasury USA a 5 e 30 anni (percentuale)
È probabile che la curva dei rendimenti si irripidisca ulteriormente

Le analisi e le previsioni storiche e attuali non sono garanzia di risultati futuri.
pb: punti base.
Media storica a partire dal 1º gennaio 1990
Al 21 novembre 2024
Fonte: Bloomberg, US Federal Reserve e AllianceBernstein (AB)

C'è un ruolo anche per il credito
 

Naturalmente, i titoli di Stato dei mercati sviluppati rappresentano solo una parte del mercato obbligazionario globale. In realtà, riteniamo che sia le obbligazioni governative che i settori sensibili al credito possano oggi giocare un ruolo importante all'interno dei portafogli.

Sebbene gli spread creditizi siano storicamente ristretti, la persistente solidità dei fondamentali del credito ci induce a esprimere un cauto ottimismo. Le condizioni richiedono una gestione attiva e un'accurata selezione dei titoli.

I cambiamenti sul fronte delle politiche economiche non influiranno su tutti i settori e le imprese in modo uniforme. Ad esempio, è probabile che i settori dell'energia e della finanza andranno incontro a una minore regolamentazione. All'opposto, i settori che dipendono dalle importazioni, come il commercio al dettaglio, potrebbero ritrovarsi in difficoltà. Nel complesso, riteniamo che gli emittenti investment grade finanziariamente più solidi riusciranno a resistere meglio alle conseguenze dei dazi.

Anche gli emittenti high yield presentano fondamentali generalmente robusti e beneficiano di una domanda sostenuta. Detto questo, la maggior parte dei default riguarda i titoli con rating CCC; quando le condizioni economiche si fanno più problematiche è opportuno tenersi alla larga da queste obbligazioni.

Azioni: generare rendimenti reali in un contesto in evoluzione 

Come per l'obbligazionario, anche sui mercati azionari ci aspettiamo una persistente volatilità fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza sulle politiche dell'amministrazione Trump. Tuttavia, gli investitori azionari possono già prepararsi al cambiamento seguendo due principi chiari.

In primo luogo, dato che il nuovo policy mix statunitense avrà probabilmente effetti inflazionistici nel tempo, riteniamo che le azioni rimarranno strumenti fondamentali per generare rendimenti superiori al tasso d'inflazione. La nostra ricerca suggerisce che le azioni forniscono solidi rendimenti reali in diversi contesti di inflazione da oltre un secolo.

In secondo luogo, per affrontare i cambiamenti delle politiche economiche nel modo migliore, riteniamo che gli investitori azionari dovrebbero restare focalizzati sui fondamentali societari e sugli asset di alta qualità. La ricerca bottom-up volta a determinare l'esposizione delle imprese a potenziali cambiamenti top-down può aiutare a distinguere le aziende a rischio da quelle che potrebbero beneficiare delle nuove dinamiche di policy.

Azioni USA: valutare gli effetti delle politiche economiche attraverso la lente della gestione attiva
 

È opinione diffusa che i titoli azionari statunitensi beneficeranno della direzione che l'amministrazione Trump sembra incline a intraprendere. Gli sgravi fiscali e i dazi sui prodotti concorrenti provenienti da oltreoceano dovrebbero accrescere i vantaggi delle imprese statunitensi.

Tuttavia, distinguere tra vincitori e perdenti potrebbe non essere così semplice. Ad esempio, la probabile proroga delle basse aliquote d'imposta sulle imprese ed eventuali nuovi sgravi fiscali non inciderebbero su tutte le aziende allo stesso modo. Crediamo che l'imposizione fiscale contenuta offra alle aziende di alta qualità migliori opportunità di rafforzare i propri vantaggi competitivi, sostenendo la crescita degli utili e il potenziale di rendimento a lungo termine.

Inoltre, i tagli dei sussidi promessi in campagna elettorale potrebbero rivelarsi difficili da attuare. Alcuni incentivi alle energie rinnovabili hanno contribuito a creare posti di lavoro negli Stati repubblicani, per cui determinati operatori del settore considerati potenzialmente vulnerabili potrebbero diventare opportunità di investimento interessanti qualora i sussidi non fossero tagliati.

Le modifiche alla regolamentazione – con una possibile deregolamentazione – dovranno essere valutate con riferimento ai diversi settori, dove gli effetti non saranno uniformi. La deregolamentazione potrebbe giovare a una folta schiera di imprese, ad esempio eliminando gli ostacoli per alcune mega cap tecnologiche e aiutando le maggiori banche statunitensi mediante una ripresa dell'attività di M&A. Riteniamo che un'esposizione azionaria diversificata a un gruppo nutrito di società statunitensi permetterebbe di cogliere il potenziale di utile e rendimento che potrebbe essere sbloccato nei prossimi anni.

Le guerre commerciali e i dazi potrebbero ampliare la gamma di possibili scenari per le imprese e gli investitori. Se attuati, i nuovi dazi potrebbero incentivare le imprese statunitensi con operazioni all'estero a riportare la produzione negli Stati Uniti. L'impatto, tuttavia, non sarebbe sempre lineare: i produttori statunitensi che necessitano di parti prodotte all'estero potrebbero subire un aggravio di costi in assenza di soluzioni immediatamente disponibili a livello nazionale.

Le valutazioni sono sempre una considerazione importante, soprattutto nei periodi di incertezza. In alcuni casi le anomalie temporanee dei corsi azionari innescate dalle incognite sugli interventi di politica economica possono creare opportunità per gli investitori. Inoltre, gran parte delle buone notizie per l'economia statunitense potrebbero essere già scontate nei mercati azionari; la sovraperformance delle azioni USA rispetto a quelle di altri paesi ha raggiunto livelli storicamente elevati, come si vede nelle valutazioni regionali (cfr. Grafico). A nostro avviso, per contrastare il rischio associato alle valutazioni azionarie, gli investitori devono assicurarsi di avere posizioni, portafogli e allocazioni adeguatamente diversificati.

Tenere d'occhio le valutazioni azionarie
Tenere d'occhio le valutazioni azionarie

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
*Sulla base dei rendimenti in dollari USA dell'MSCI US rispetto all'MSCI World ex US.
†USA rappresentati dall'S&P 500, Europa dall'MSCI Europe, Asia escl. Giappone dall'MSCI Asia ex Japan, Giappone dall'MSCI Japan e mercati emergenti (ME) dall'MSCI Emerging Markets.
Al 30 novembre 2024
Fonte: FactSet, MSCI, S&P e AB

Dall'Europa alla Cina: i mercati azionari riusciranno a superare gli ostacoli?
 

I mercati azionari non statunitensi saranno sottoposti a notevoli pressioni. I dazi, pilastro dell'agenda politica di Trump, potrebbero rivelarsi il principale fattore di svantaggio per le imprese europee e asiatiche che esportano i loro prodotti verso gli USA.

L'entità dei dazi, tuttavia, è a oggi sconosciuta. Anche in questo caso, crediamo che possano emergere opportunità in imprese ingiustamente considerate svantaggiate. Alcune aziende giapponesi ed europee che hanno fabbriche negli Stati Uniti potrebbero in realtà beneficiare delle politiche di Trump. Le imprese non statunitensi con posizioni dominanti in mercati di nicchia potrebbero riuscire a resistere alle pressioni derivanti dai dazi. Inoltre, le aziende di alta qualità che non dipendono dalle esportazioni verso gli Stati Uniti non dovrebbero essere danneggiate dalle politiche statunitensi.

I mercati emergenti sono considerati particolarmente sensibili a un contesto in divenire. Tuttavia, è difficile che alcuni tipi di produzione a basso costo, dai giocattoli all'abbigliamento, facciano ritorno negli Stati Uniti. Secondo la nostra analisi dei dati del Fondo monetario internazionale, negli ultimi cinque anni le aziende cinesi hanno incrementato la propria quota dell'export mondiale, anche a fronte di dazi più elevati. Nonostante i maggiori ostacoli presenti nei mercati azionari non statunitensi, gli investitori in grado di individuare titoli con una capacità di tenuta sottovalutata possono godere a nostro avviso di un miglior potenziale di generazione di alfa.

Crediamo anche che gli investitori azionari dovrebbero operare una distinzione tra ciò che accade a Paesi e regioni e ciò che accade a specifiche aziende. Il motivo sta nel fatto che la performance azionaria è in ultima analisi dettata dalla crescita degli utili. A nostro avviso, i portafogli orientati a investire in aziende con un miglior potenziale di crescita degli utili, che potrebbero essere sottovalutate a causa dell'incertezza politica, dovrebbero offrire agli investitori un'esposizione strategica al potenziale di rendimento reale che sarà molto ricercato nei prossimi anni.

Credito privato: il debito non è tutto uguale

Nel 2025 il credito privato dovrebbe continuare a offrire numerose opportunità, che potrebbero persino aumentare se l'economia statunitense riuscirà a evitare una recessione. Per il momento un atterraggio morbido sembra molto probabile. La discesa dei tassi allevierà verosimilmente le pressioni sulle imprese indebitate, stimolando anche l'attività di buyout in una fase in cui gli sponsor di private equity hanno ampie disponibilità liquide e sono sollecitati a restituire agli investitori il capitale già investito.

Ciò potrebbe tradursi in un aumento del volume delle nuove operazioni nel settore dei prestiti diretti, un mercato da 1.500 miliardi di dollari che rappresenta il pilastro della maggior parte delle allocazioni nel credito privato. Anche in un contesto di tassi più bassi, il potenziale di rendimento resterà probabilmente appetibile rispetto a quello offerto dai mercati pubblici del credito.

Tuttavia, come nel caso di molte asset class, il debito privato non è tutto uguale. I prestiti alle imprese del segmento core mid market – definite all'incirca come quelle aventi un enterprise value compreso tra 200 milioni e 2 miliardi di dollari – di solito assicurano ai finanziatori privati maggior potere di negoziare solide clausole protettive ("covenant"). Ad esempio, si può decidere di fissare un limite alla leva finanziaria cui il prenditore può fare ricorso o stabilire un livello minimo di liquidità.

I covenant, inoltre, forniscono ai finanziatori uno strumento per modificare le condizioni del prestito a loro favore in caso di sottoperformance del prenditore. Ciò può favorire una migliore mitigazione dei rischi di ribasso. Scorgiamo le opportunità più interessanti nei prestiti alle imprese di settori non ciclici con flussi di rendimento prevedibili e ripetibili. Un esempio è quello delle imprese di software aziendale che forniscono soluzioni sofisticate e personalizzate a grandi società e organizzazioni.

Le clausole protettive sono meno frequenti nei prestiti concessi alle imprese più grandi, che in virtù delle loro dimensioni hanno accesso a maggiori opzioni di finanziamento, tra cui la possibilità di rivolgersi al mercato dei prestiti bancari ampiamente sindacati. L'opzione di attingere ai finanziamenti bancari oltre che al credito privato spesso si traduce in condizioni più favorevoli per i prenditori e in minori protezioni per i finanziatori.

Non dimenticare i prestiti ai consumatori
 

Con altri tipi di finanziamento, tuttavia, le banche si stanno adattando all'evoluzione della normativa optando sempre più spesso per un modello "a bassa intensità di capitale". In tal modo possono continuare a occuparsi del sourcing dei finanziamenti e delle relazioni con la clientela, distribuendo al contempo gran parte del rischio ad asset manager, compagnie assicurative, fondi pensione e altri investitori.

Ciò dà agli investitori l'opportunità di acquistare dalle banche mutui ipotecari residenziali o prestiti al consumo già erogati o di stipulare accordi basati sui flussi futuri ("forward flow agreement") per acquisirne di nuovi che soddisfino criteri predeterminati. Queste sono solo alcune delle opportunità disponibili nel settore dell'asset-based finance, un mercato da 6.300 miliardi di dollari e in crescita che fornisce gran parte dei finanziamenti per automobili, carte di credito, prestiti alle piccole imprese, attrezzature commerciali e molte altre forme di credito. I prestiti sono garantiti da attività finanziarie o beni materiali e possono aiutare a diversificare l'esposizione rispetto ai finanziamenti diretti alle imprese.

Asset-Based Finance: un insieme di opportunità in rapida espansione
Globale (migliaia di mld di USD)
Asset-Based Finance: un insieme di opportunità in rapida espansione

Le performance passate e l’analisi del contesto attuale non sono garanzia di risultati futuri.
Al 30 giugno 2023
Fonte: Financial Stability Board e Integer Advisors

Il credito al consumo offre in genere un'ampia e interessante gamma di opportunità agli investitori, e prevediamo che questa tendenza sia destinata a proseguire. Tuttavia, alla luce dell'aumento moderato dei tassi di perdita e di morosità registrato quest'anno sui prestiti al consumo, è necessario che i gestori dimostrino solide competenze in fatto di sottoscrizione e sourcing dei finanziamenti, nonché la capacità di incorporare una protezione dai ribassi nei forward flow agreement. Ad esempio, un gestore potrebbe strutturare un'operazione per acquistare una certa quantità di prestiti auto nonprime in un periodo predeterminato. Quale forma di protezione, l'accordo potrebbe richiedere al cedente di rinunciare a una parte della sua commissione di servicing qualora i prestiti non arrivino a fornire un rendimento predeterminato.

Ci aspettiamo inoltre di osservare ulteriori opportunità nel leasing di aeromobili, dove le dinamiche di domanda e offerta rimangono favorevoli. Negli Stati Uniti, la nuova amministrazione potrebbe rallentare lo sviluppo delle energie rinnovabili. Tuttavia, il basso costo di queste ultime e il previsto aumento della domanda di elettricità per i data center necessari ad alimentare l'intelligenza artificiale (IA) daranno probabilmente sostegno ai progetti finanziati da capitali privati.

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